domenica 8 dicembre 2013

Pier Aldo Rovatti: Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero di Franco Basaglia - Edizioni alpha beta Verlag, Merano, 2013









Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero di Franco Basaglia,
 Edizioni alpha beta Verlag,
 Merano, 2013

Questo libro presenta al lettore le lezioni sul pensiero di Franco Basaglia che Rovatti ha tenuto a Trieste nell’ambito di un corso di Filosofia teoretica. Ne risulta – con un linguaggio di grande chiarezza – che Basaglia ha costruito lungo il suo straordinario percorso, da Gorizia a Trieste, una riflessione decisamente originale che lo colloca nella grande storia del pensiero contemporaneo.
Questa riflessione, che attraversa tutta la sua pratica, si condensa sul problema della soggettività, e più specificamente su cosa significhi e come sia possibile “restituire” la soggettività a coloro, come gli ex internati in manicomio, ai quali è stata sottratta (ma poi anche a ciascuno di noi nelle precarie condizioni culturali e sociali in cui attualmente versiamo).
Il libro non ha la forma consueta del saggio: piuttosto è una narrazione critica a caldo nella quale si distende un dialogo continuo con gli studenti e con una serie di testimoni eccellenti (Mario Colucci, Peppe Dell’Acqua, Giovanna Gallio, Maria Grazia Giannichedda, Franco Rotelli, Ernesto Venturini, Michele Zanetti) che portano il loro contributo di esperienze e di intelligenza intervenendo alle lezioni.
Dal risvolto di copertina:
“… era, tra l’altro, un periodo di agitazione nell’università contro le proposte del ministro Gelmini e io aderii volentieri all’iniziativa di tenere una delle lezioni fuori dall’aula: il 5 novembre 2008, in piazza Unità a Trieste, attorniato dagli studenti e anche da cittadini incuriositi, trattai il tema centrale del corso, cioè la soggettività. O meglio: cercai di indicare come Basaglia intendesse il suo fondamentale impegno teorico e pratico di ‘restituire la soggettività’ a coloro che, internati in manicomio, ne erano stati completamente privati. Intorno al significato di questa frase, alle implicazioni che aveva, ai problemi di ordine filosofico e politico che apriva, girava in realtà tutto il corso e mi è parso evidente che essa dovesse diventare il titolo di questo libro. Che non è un libro di semplice ricostruzione e tanto meno di santificazione dell’opera di Basaglia, è piuttosto il tentativo di dare visibilità a un nodo di problemi che restano con evidenza attualissimi…”

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