:: Dromology Archive 8 ::
Robo-Trading Era, Algoritmi ad alta frequenza e il balenìo dello Schianto
di Obsolete Capitalism
Più di 5.000 operazioni al secondo. Per valori operativi totali, di un singolo operatore, superiori a 500 milioni di dollari; e tutto ciò per posizioni che in ogni caso vengono chiuse in giornata. A tanto arrivano gli HFT, i trader ad alta frequenza – definiti anche come algorithmic trader – che si sono sviluppati come una nuova forma ‘tossica’ o ‘endemica’ nel mondo della finanza mondiale, a partire dal biennio 2009-2010. Tale forma di trading schizofrenico ha assunto dimensioni preoccupanti: alcuni mercati maturi e altamente competitivi, come le piazze americane, londinesi e tedesche, vedono gli HFT produrre circa 1/3 delle operazioni giornaliere. A fronte di una tale mole di operazioni, mostruose per numero di ordini e valore totale di importi, le autorità che supervisionano i mercati sono corse ai ripari, cercando di limitare, sempre in ottica neo-liberale e pro-finanza, l’utilizzo di tali strumenti attraverso protocolli e linee guida imposti ai vari operatori di mercati. Ad oggi, dato che l’informatica regna sovrana sui mercati finanziari, ancora non è possibile distinguere tra trading algoritmico a bassa velocità e trading ad alta frequenza, dato che gli ultimi potrebbero simulare i primi, per sfuggire alle funzionalità tecniche predisposte dalle autorità di vigilanza.
Ma come opera la ‘bestia silenziosa e fulminea’? Le aziende HFT lavorano in mercati a fortissima accelerazione, attraverso strumenti estremamente sofisticati, algoritmi creati ad hoc che girano su software e hardware evoluti. Qui il vantaggio competitivo è dato in primis dalla velocità, sia d’esecuzione – spesso in frazioni di secondo – sia d’evoluzione, cioè i prodotti utilizzati per l’algo/HFT trading devono essere costantemente aggiornati per essere dinamici e flessibili. Questo tipo di operatività ha necessità, in prima battuta, di mercati liquidi, cioè mercati che possono ‘sopportare’ per quantità e qualità tale produttività; poi, in seconda battuta, nell’endogena latenza d’arbitraggi, ovvero l'algorithmic trader ‘lavora’ sullo spread che si forma ogni qualvolta su un singolo titolo, nel confronto tra bid/ask – domanda e offerta. In ogni caso, gli squilibri sistemici di tale dromotecnica è palese e già si è verificata nel ‘Flash Crash’ del 6 maggio 2010 quando il NYSE perse il 10% del proprio valore in soli 36 minuti, generato da ordini di vendita massivi su un future Procter & Gamble, quotato nel mercato dei future a Chicago. Il titolo P&G sul NYSE crollò del 37% in un battibaleno, per contagio automatico del panico, da Chicago a New York. Qui gli HFT giocarono un ruolo fondamentale per allargare il crollo istantaneo su tutto il listino azionario del NYSE. Uno scenario tipico dell’accidente viriliano: a nuova tecnica, corrisponde un incidente amplificato dalle caratteristiche intrinseche della tecnica stessa. Gli schianti fulminei intraday dei mercati finanziari - i Flash Crash - stanno al trading ad alta frequenza, tanto quanto i crolli giornalieri o ciclici stanno al trading informatico a bassa velocità. Solamente 5 anni dopo il terribile e repentino schianto, il 21 aprile 2015, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato con 22 capi d’accusa un anglo-punjabi, il signor Navinder Singh Sarao, un algorithmic trader di base nella multietnica Londra Ovest che, dalla casa dei genitori, immise il 6 maggio 2010 la pioggia mostruosa di ordini sul mercato dei future di Chicago. Migliaia di ordini di vendita, per un totale di oltre 200 milioni di dollari su un singolo future P&G. Gli ordini di vendita subirono oltre 19.000 modifiche o sostituzioni nell’arco di pochi e frenetici minuti, prima di venir cancellati del tutto da Singh stesso. Ma il collasso per contagio tra titoli e tra mercati diversi ma iperconnessi, amplificati dagli altri HFT, causarono danni per miliardi di dollari e dimostrarono la fragilità sistemica della finanza mondiale. Non si tratta più della ‘mano invisibile’ del mercato, come scrisse Adam Smith oltre 200 anni orsono, ma della ben più prosaica voracità schizo di mercati altamente localizzati e specializzati che lavorano su squilibri sistemici mitigati da circuit breakers automatizzati. Accelerazione e Collasso in una mortale catena di anelli stridenti che si compenetrano…
Picblog: Euthanasia Coaster by Julijonas Urbonas: Challenging the physical and psychological limits of the human body, this speculative design is intended to slowly ascend 1,700 feet into the air before launching passengers down seven loops at a mind-boggling speed of 330 feet per second. The roller coaster aims to give its riders a diverse range of experiences from euphoria to thrill, tunnel vision to a loss of consciousness and, eventually, to the end result: death.
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