martedì 9 febbraio 2016

4.9. La macchina moderna immanente - Parte XXXIX - Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski» (Rizosfera/Obsolete Capitalism Free Press, 2016)

La macchina moderna immanente



4.9. - Parte XXXIX

Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski» (Rizosfera/Obsolete Capitalism Free Press, 2016)



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La macchina moderna immanente, che decodifica i flussi sul corpo pieno del capitale-denaro (...) ha realizzato l’immanenza, ha reso concreto l’astratto come tale, naturalizzato l’artificiale, sostituendo ai codici territoriali e alla surcodificazione dispotica un’assiomatica dei flussi decodificati e una regolazione di questi flussi; essa opera il (...) grande movimento di deterritorializzazione, ma questa volta non lasciando sussistere nulla dei codici e dei surcodici” (AE, 298).
Se, ai tempi dell’Anti-Edipo, i due movimenti di Fuga dal territorio e Ritorno al territorio potevano esprimere potenze conformi o al massimo dotate di un equilibrio precario, il lasso di tempo che ci divide dagli anni ‘70 ha visto la ultra-performatività del denaro e della sua Fuga dal territorio, creando un forte squilibrio nei confronti del Ritorno alla terraferma, che si è espresso in un progressivo, e ormai avanzato, indebolimento delle nazioni, delle identità popolari, delle istituzioni locali, del campo sociale che s’innerva sul corpo della Terra. L’astrazione monetaria, in simbiosi con matematica, cibernetica, informatica e logistica, si è talmente avvalorata nel suo approssimarsi a estensioni illimitate e velocità cronoscopiche elastiche che il dominio rapido raggiunto in questi anni di addomesticamento non ha eguali nella storia, accelerando quel nichilismo radicale che Nietzsche ha paventato nel corso del secondo Ottocento. I confini dell’astrazione monetaria sono ancora tutti da pensare, soprattutto in questi tempi di circolazione forzata determinata dagli interessi negativi, indice di un approssimarsi del nummus al grado zero dell’infinita circuitazione monetica. E’ probabile che le formazioni di sovranità siano entrate in una fase di costrizione metamatica dello strumento monetario per saggiare la conservazione della forza di squilibrio dell’intero sistema. La crisi del capitalismo industriale e la nascita di un capitalismo post-industriale istigato dal credito e dal monetarismo ha il suo momento di emersione e rottura - come prima abbiamo ricordato - nel celebre «Nixon shock» dell’agosto 1971, quando il dollaro statunitense viene sganciato dal cambio fisso con l’oro, rovesciando il principio di sovranità bimillenario insito nella moneta «aurea» - nomisma Caesaris in auro est. Questo passaggio epocale dalla moneta «geologica» sovrana - il dollaro Usa - alla moneta «headless» astratta e illimitata perché sganciata da qualsiasi indice o valore tangibile, è certamente frutto di dinamiche congiunturali e processi parossistici risalenti già a Bretton Woods e alla competizione tra nazioni e opposte forze geopolitiche, ma segna anche il momento di autenticità dell’affermazione dell’economista de Brunhoff quando scrive che non c’è contemporaneità tra capitale e credito: “Nel capitalismo, anche il credito, costituito come sistema, riunisce elementi compositi, pre-capitalistici (la moneta, il commercio di denaro), e post-capitalistici (il circuito del credito essendo una circolazione superiore …). Adattato ai bisogni del capitalismo, il credito non è mai veramente contemporaneo al capitale. Il sistema di finanziamento nato dal modo di produzione capitalistico rimane bastardo” (AE, 296-297, rif. de Brunhoff, La moneta in Marx, pg. 101, Editori Riuniti, 1973). E’ del tutto certo che il sistema di finanziamento creditizio sopravviva all’agonia dell’industria e alla sparizione del lavoro, dato che storicamente preesisteva al capitalismo, e già ne anticipava, in alcune componenti, il futuro superamento. L’auto-organizzazione in piattaforme planetarie e l’autonomia raggiunta dall’ordine politico istituzionale, ha reso il credito - moneta accumulata, distribuita, rapida, liquida e astratta - e la finanza - moneta flussione, cibernetica, reticolare, dromologica, metamatica -  circolazioni a sé stanti, in massima parte aliene rispetto alla circolazione dei capitali dell’economia reale. Nella sua lezione del 19.12.1971 a Vincennes, Deleuze va ancora oltre l’elaborazione che presenterà di lì a poco nell’Anti-Edipo (febbraio 1972) introducendo una definizione della moneta  - riproduzione infinita di un processo di quantità astratte - quanto mai pertinente, oggi ancor più d’allora:

“Con il denaro che non può essere codificato in un quadro preciso, si comincia con il denaro e si finisce con il denaro. D-M-D [Denaro - Merce - Denaro]: non c’è più mezzo di codificare questa roba perché i flussi qualitativi sono rimpiazzati da un flusso di quantità astratta, la cui proprietà è la riproduzione infinita, il cui tipo è D-M-D. Non c’è codice che possa sopportare la riproduzione infinita. Ciò che è formidabile nelle società cosiddette primitive, è che il debito esiste, ma esiste sotto forma di blocco: il debito è finito” (Webdeleuze, acc. nov. 2015, lezione del 19.12.1971).

( SEGUE QUI )

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