domenica 14 ottobre 2012
La giovinezza è un cane con l'insonnia - Recensione di Mathieu Lindon "Cosa vuol dire amare" @ El Bradipo website
Mathieu Lindon è figlio di Jerôme Lindon, fondatore delle Éditions de Minuit ed editore di nomi ingombranti quali Samuel Beckett, Marguerite Duras, Alain Robbe-Grillet, Jacques Derrida, Nathalie Sarraute e Gilles Deleuze. Mathieu cresce, solitario e annoiato come qualsiasi adolescente che varrà qualcosa da adulto, con il peso di questo privilegio. Ma appena mette fuori il naso da casa – e a Parigi vuol dire metterlo nel mondo – una catena di amicizie e amori lo porta in rue de Vaugirard, nell'appartamento di Michel Foucault. “Michel ha cambiato la vita di migliaia di persone, ma la mia – e so di cosa parlo – in modo particolare”, scrive Lindon in Cosa vuol dire amare (Barbès Editore, 2012, trad. Isabella Mattazzi). In Italia Lindon non è un autore molto conosciuto e non mi sento in colpa se l'ho ignorato fino a oggi; ma nel momento in cui ho saputo di questo libro, tanto emozionante quanto inclassificabile, sono stata divorata dall'impazienza di leggerlo. Posso infatti contarmi tra quelle migliaia di persone cambiate dall'incontro diretto o mediato con Foucault, sebbene la radicalità della trasformazione di Mathieu Lindon continui a essere al di sopra di tutte le altre: “Michel, l'ho amato, ma non certo come un figlio ama il proprio padre. Mi ha aiutato a disegnare la cornice di una relazione completamente originale in grado di sviluppare in seguito tutte le altre di cui il mio affetto avrebbe avuto bisogno. Mi ha liberato di ciò che non avevo scelto, di quanto era parte integrante e non integrata in me. […] Ero felice che mio padre fosse mio padre. Ero felice che Michel non lo fosse affatto”
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