| Come seguendo le tracce di rotte mai percorse, frutto di una fantasia lucida e insieme di una disciplina infaticabile e scrupolosa, Michel de Certeau, una delle figure più eccentriche e al tempo stesso autorevoli della storiografia francese contemporanea, disegna i capitoli di Storia e psicoanalisi (1978), muovendosi fra gli arcipelaghi della cultura occidentale degli ultimi quattro secoli con la sicurezza e la libertà inquieta del rabdomante.
Che si tratti di questioni metodologiche e fondative della sua stessa disciplina – dal rapporto ambiguo con la finzione ai meccanismi segreti e alle pratiche che la animano, al fondo oscuro e rimosso che non cessa di vivificarla – o dell’analisi dello statuto della psicoanalisi – dalla sua natura romanzesca al rapporto con la storia, alla vicenda stessa del suo affermarsi nella cultura “ufficiale” fino alla rievocazione lucida e commossa di Lacan – o ancora dell’omaggio plurimo a Michel Foucault e alla sua genialità nomadica e irriverente, figura ispiratrice del cammino stesso dell’autore, de Certeau sembra muoversi sempre con la stessa perizia, attraversando i campi più disparati del sapere senza mai scivolare nell’approssimazione o nel virtuosismo, rimanendo fedele, sulla pagina, alle sue stesse passioni giovanili: l’alpinismo e la scherma. |
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| Michel de Certeau (1925 – 1986) è stato, tra l’altro, direttore di studi all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi; primo membro della Scuola freudiana fondata da Jacques Lacan; professore di storia all’Università di Paris VII; professore di letteratura francese all’Università della California, San Diego. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: L’operazione storica (1973); L’invenzione del quotidiano (1974); Cultura nel plurale (1974); Politica e mistica (1975); La scrittura della storia (1977); Fabula mistica (1987); Il parlare angelico (1989). |
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