sabato 9 gennaio 2016

2.1. Sulle note mancanti - Parte IX - Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski» (Rizosfera/Obsolete Capitalism Free Press, 2016)

Sulle note mancanti 


2.1. - Parte IX

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Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski» (Rizosfera, OCFP, 2016)

Nell’unico testo scritto insieme nel corso della loro vita, Introduzione generale alle Opere filosofiche complete di F. Nietzsche del 1967, Deleuze e Foucault espongono in modo magistrale i motivi per cui l’edizione critica di Colli e Montinari delle Opere Complete di Nietzsche è decisiva. Il breve saggio di Deleuze e Foucault è un fuori testo introduttivo alla prima opera con cui l’editore Gallimard inaugura nel 1967 l’edizione critica stabilita da Colli e Montinari: si tratta della celebre traduzione di Pierre Klossowski della Gaia Scienza corroborata dai Frammenti postumi (1881-1882). Siamo nel pieno del «ritorno a Nietzsche» degli anni ‘60 ma, nonostante il rinnovato interesse, il problema di fondo degli studi su Nietzsche rimane il Nachlass da tempo identificato”, secondo Deleuze e Foucault, “con il progetto di un libro che si sarebbe chiamato La volontà di potenza. Fino al momento in cui non è stato possibile, da parte dei ricercatori più seri, accedere all’insieme dei manoscritti di Nietzsche, sapevamo solo vagamente che La volontà di potenza non esisteva in quanto tale, che non era un libro di Nietzsche, ma che era frutto di un taglio arbitrario operato nel lascito postumo in cui si mischiavano annotazioni di tempi e origini disparate” (NLM, 27-8). Se il libro «fittizio» si presentava come il problema più ingombrante da risolvere, rimaneva comunque da stabilire un criterio rigoroso e scientifico che permettesse di stabilire una volta per tutte come ordinare l’enorme mole degli scritti postumi, dato che “l’insieme dei quaderni manoscritti rappresenta almeno il triplo dell’opera pubblicata da Nietzsche in vita. I frammenti postumi già editi sono molto meno numerosi di quelli che attendono ancora la stampa” (NLM, 28). L’équipe di ricercatori capitanata da Montinari che aveva il compito di «setacciare» gli archivi di Weimar stabilì con Colli e l’editore italiano Adelphi di «pubblicare l’insieme dei quaderni in base all’ordine cronologico» con cui furono redatti da Nietzsche, e «in base ai periodi corrispondenti ai libri pubblicati da Nietzsche». Cosa comportava ciò agli occhi di Deleuze e Foucault fu subito chiaro: “Su tre punti essenziali la nostra lettura di Nietzsche ne è stata profondamente modificata. E’ possibile cogliere le deformazioni dovute a Elisabeth Nietzsche ed a Peter Gast, è possibile rilevare gli errori di data, gli sbagli di lettura del testo, le numerose omissioni che concernevano sino ad oggi le edizioni del Nachlass. Infine, e soprattutto, è possibile venire a conoscenza della massa degli inediti” (NLM, 30). L’attesa era dunque palpabile in quel periodo degli anni ‘60: era finalmente possibile acquisire un’idea più completa di come Nietzsche elaborasse nella propria «officina mentale» i concetti, trasformandoli, arricchendoli e deformandoli più volte. Ancora più preziosa, però, era la suggestione di poter scoprire i «molteplici significati» celati all’interno della massa degli inediti. Questa premessa riguardante la pubblicazione delle Opere complete di Nietzsche, con la «convocazione» dei curatori dell’edizione francese, Deleuze e Foucault, è necessaria per spiegare l’arcano minore riguardante la mancanza delle note a piè di pagine nel passaggio della Macchina capitalistica civilizzata che stiamo esaminando. Non si tratta assolutamente di una mancanza di attenzione da parte di Deleuze e Guattari, né di una negligenza dell’editore, né di una volontà di mantenere enigmatico tutto il senso del paragrafo, né di una questione di pudore citazionista in merito ad un autore «maledetto» e poco raccomandabile in quanto «reazionario». Come descritto nel nostro saggio precedente, I forti dell’avvenire. Il frammento accelerazionista di Friedrich Nietzsche nell’Anti-Edipo di Guattari e Deleuze, il frammento citato nel passaggio finale de La macchina capitalistica civilizzata - il locus classicus dell’accelerazionismo - è numerato 9 [ 153 ] nell’edizione critica stabilita da Colli e Montinari. Da questo preciso punto parte si espande la nostra ricerca.

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