martedì 26 gennaio 2016

3.6. Pulsioni e affetti a favore di un’erotica insurrezionale - Parte XXVI - Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski» (Rizosfera/OCFP, 2016)

Pulsioni e affetti a favore di un’erotica insurrezionale

3.6. - Parte XXVI
Tratto da «Moneta, rivoluzione e filosofia dell'avvenire. Nietzsche e la politica accelerazionista in Deleuze, Foucault, Guattari, Klossowski» (Rizosfera/OCFP, 2016)
.............................................................................................

.............................................................................................


Proseguiamo ora verso il superamento, da parte degli estensori dell’Anti-Edipo, del conformismo marxista e freudiano imperante verso la fine degli anni ‘60 in Francia, e della loro proposizione di una deflagrante opzione erotica insurrezionale. Dal commento di Klossowski a Nietzsche del frammento 10 [145], Deleuze e Guattari traggono interessanti riflessioni, cioè che le pulsioni gregarie sono talmente introiettate a causa delle diverse ondate di regolarizzazione, da essere diventate inconsce, represse dal conformismo imperante, annichilendo in questo modo qualsiasi traccia preesistente di resistenza e diversità. Se si dovessero palesare tali pulsioni anti-gregarie, esse verrebbero respinte dalla società - il gruppo umano, la specie, nel suo complesso - e dall’individuo, inteso come esemplare all’interno della specie. Queste pulsioni antagoniste, qualora si affermassero nonostante la repressione subita dal sociale, significherebbero un nuovo «sì alla vita»; la poderosa azione di risveglio implica un’uscita immediata dalla catatonia indotta dalla legge economica di omogeneizzazione. E’ dunque lo stato pulsionale a determinare nel singolo, per Nietzsche riletto da Klossowski, la riscoperta anacronistica di una condizione esistenziale primordiale. Questa rottura tra realtà differenziate, lo stato pulsionale come eccezione del singolo e la dimensione gregaria della forma sociale della civiltà europea delle economie di mercato, si riverbera a livello istituzionale, cioè sull’organizzazione relazionale che funge da snodo e interfaccia tra potere e singolarità. E’ l’emozione che risulta dal cozzare tra questi due disallineamenti di realtà discordanti, la realtà disattualizzata del singolo rispetto alla realtà gregaria, che influenza la condotta, costringe all’azione e provoca gli avvenimenti e il loro corso deviato. Ed è questo il punto in cui Klossowski e Nietzsche s’intersecano nuovamente con Deleuze e Guattari, alla ricerca di un grimaldello per rompere il concetto di «fantasma edipico di gruppo» elaborato dallo psicanalista viennese per riverberare sull’intero corpo sociale il «fantasma edipico famigliare», altrimenti detto «individuale». Scrivono infatti i due autori: “Klossowski ha ben mostrato a questo proposito il rapporto inverso che rompe il fantasma in due direzioni, a seconda che la legge economica stabilisca la perversione negli «scambi psichici» - le pulsioni di Nietzsche e Klossowski - o che gli scambi psichici al contrario promuovano una sovversione della legge: «Anacronistico, in relazione al livello istituzionale della gregarietà, lo stato singolare può secondo la sua intensità più o meno forte effettuare una disattualizzazione dell’istituzione stessa e denunciarla a sua volta come anacronistica»” (AE, 68). Come si vede, Deleuze e Guattari citano direttamente il passo di Klossowski dal suo libro del 1969, Nietzsche e il circolo vizioso, definendo il senso della cardinalità tra istanze rivoluzionarie, istituzioni, società gregaria, legge economica e pulsioni erotiche delle singolarità: o le pulsioni-intensità provocano la sovversione della legge economica, o all’inverso è la legge economica che perverte le pulsioni e le intensità. Facciamo tesoro di questa divaricazione e impieghiamo il dualismo contrastato nel passaggio accelerazionista dell’Anti-Edipo: o il capitalismo dei flussi perverte il singolo salariato e cattura il capitalista - “gli economisti capitalistici non hanno torto nel presentare l’economia come se dovesse perennemente venir «monetizzata», come se bisognasse insufflarvi sempre dall’esterno della moneta secondo un’offerta e una domanda. Proprio così il sistema regge e funziona, e attua perpetuamente la propria immanenza. Proprio così è l’oggetto globale d’un investimento di desiderio. Desiderio del salariato, desiderio del capitalista, tutto pulsa dello stesso desiderio” (AE, 271) - e ciò avviene attraverso lo strumento della moneta come fiotto di liquidità-desiderio a getto continuo, rendendo entrambi gregari, il capitalista e il salariato, dalla connessione alla produzione, e alla sua rappresentazione affettiva, promossa dalla società di mercato - ormai il profitto scorrerà a fianco del salario, tutti e due fianco a fianco” (AE, 271); oppure lo stato pulsionale prodotto dai soggetti rivoluzionari - la comunità di molteplicità non regolarizzate - sovvertirà i codici della società dominata dall’istanza operosa della moneta livellatrice inserita nel cuore dell’economia universale governata dal desiderio.

Nessun commento:

Posta un commento