Conoscenza, cultura, competenza
di Sergio Bologna
Come difendere il valore del lavoro intellettuale e creativo: un contributo alla discussione
Dovessi raffigurarmi il paradiso me lo immaginerei come una biblioteca (H. Müller)
A Roma il moto di rivolta dei lavoratori della cultura,
dello spettacolo, dei media, è partito col piede giusto.
I simboli contano. E’ cominciato da una biblioteca,
dalla Biblioteca Nazionale. Non importa se allora
la protesta è riuscita o meno, ma aver scelto una
biblioteca come punto di partenza ha avuto il
potere di evocare valori universali e contraddizioni
importanti della nostra epoca. Cosa viene in
mente a sentir dire “biblioteca”, oltre a servizio
pubblico, bene comune? Provo a elencare alcune
parole-chiave.
Conservazione della memoria, ricerca, silenzio, palestra della mente.
Difficile stabilire una gerarchia, ma conservare la memoria è una funzione
essenziale, un cardine della civiltà, la metterei al primo posto. La Biblioteca è il
luogo dove sono custoditi, salvati, i documenti con i quali si può visitare il passato
e dunque conoscere meglio il presente. Senza biblioteche non c’è storia, senza storia
non c’è cultura. Sono luoghi che resistono alla cancellazione permanente insita nel
nostro modo di vita.
Ricerca, paziente, ostinata, che avanza passo dopo passo – l’opposto della frettolosa
ricerca via Internet.
Educazione della mente, non performance. Riflessione, non prestazione. Ultimo luogo
pubblico dove trovi quel bene prezioso, sempre più raro, che è il silenzio.
In una biblioteca non c’è il vuoto degli spazi pubblici inutili, tanto cari agli architetti
di certi musei o gallerie d’arte.
leggi tutto in:
http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/79-analisi-di-classe/1939-sergio-bologna-conoscenza-cultura-competenza.html
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